Tumore del colon

Il cancro del colon-retto (CCR) è una neoplasia molto diffusa essendo la seconda causa di morte per neoplasia in Italia , dopo il tumore del polmone nell’uomo e quello della mammella nella donna. In Italia si contano ogni anno circa 50 mila nuovi casi con una mortalità globale pari a circa 20 mila.

L’incidenza cresce con l’età e diventa più frequente dopo i 50 anni raggiungendo il suo picco fra i 75 e gli 80 anni. Se il numero dei tumori è aumentato, la mortalità è diminuita grazie soprattutto ad una migliore informazione, alla diagnosi precoce e ai continui progressi della terapia. Purtroppo c’è ancora poca consapevolezza sul rischio di questa malattia e d’altra parte i sintomi del tumore del colon (come dolori addominali, alterazione dell’evacuazione e sanguinamento) sono spesso molto sfumati per cui circa il 25% dei pazienti si presenta alla prima diagnosi con una neoplasia già in fase metastatica.

Quali sono i principali fattori di rischio ? L’età è uno dei fattori determinanti in quanto nel 90% dei casi tale tumore si sviluppa dopo i 40 anni. Anche la familiarità è importante: una familiarità per CCR (parenti di 1° grado: fratelli, sorelle, genitori, figli) si riscontra nel 30-40% dei casi. Fattori ereditari: nel 4-6% dei casi il CCR è ereditario. Infatti può insorgere in età giovanile negli individui con elevato rischio dovuto a specifiche alterazioni genetiche, trasmesse dai genitori ai figli, come nel caso della Poliposi Adenomatosa Familiare (FAP) e delle Sindrome di Gardner, di Lynch e di Peutz-Jeghers. Infine ci sono i fattori personali legati allo stile di vita e all’esistenza di patologie “favorenti” quali: malattie infiammatorie croniche intestinali (Rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn); precedenti polipi del colon; pregresse neoplasie in altre sedi (utero, ovaio, mammella, ecc.); sovrappeso ed obesità; dieta ipercalorica, ricca di grassi animali, con elevato consumo di carni rosse ed alcol e priva di fibre; vita sedentaria.

Quasi tutti i CCR si sviluppano dai polipi adenomatosi (adenomi) ed è stato calcolato che occorre un periodo dai 10 ai 15 anni perché un adenoma si trasformi in cancro invasivo. Questo ci consente di attuare misure preventive atte a ridurre lo sviluppo del tumore e ad intervenite in tempo utile prima che il polipo benigno possa diventare un cancro invasivo.

Prevenzione. Ecco, dunque, l’importanza di una corretta informazione che si avvale sia di una prevenzione primaria (corretta alimentazione e idoneo stile di vita) sia di una prevenzione secondaria (ricerca del sangue occulto nelle feci ed una colonscopia effettuata ogni dieci anni a partire dopo i 50 anni di età).

La prevenzione primaria ha lo scopo di prevenire l’insorgenza del tumore rimuovendo, ove è possibile, i fattori di rischio della malattia. In tale ottica vengono dati i seguenti suggerimenti:

Dieta. Ricca di frutta e fibre, a basso contenuto di grassi e povera di carni rosse. Una dieta ad alto tenore di fibre riduce il rischio neoplastico di oltre il 40%. L’azione delle fibre è quella di promuovere una buona evacuazione e di ridurre il contatto delle sostanze cancerogene con la mucosa del colon. Sedentarietà. Praticare un’attività fisica costante migliora il transito intestinale diminuendo il tempo di contatto tra le feci e la mucosa. Considerando che le feci contengono sostanze tossiche, irritanti, mutagene e cancerogene, è chiaro che facilitando il transito delle feci si diminuisce il rischio di insorgenza di tumore nel colon. Fumo, sovrappeso ed abuso di alcolici sono correlati ad un incremento del rischio del CCR.

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