Enteroscopia con video capsula

La videocapsula è stata realizzata per lo studio completo di tutta la superficie interna dell’intestino tenue (o piccolo intestino), ossia di quel tratto del canale alimentare (compreso tra duodeno e colon) che con difficoltà può essere esplorato con gli endoscopi tradizionali. Il sistema non consente di eseguire biopsie o procedure operative e non sostituisce la gastroscopia e la colonscopia.

La capsula endoscopica nota anche con il nome di wireless endoscopy o capsula enteroscopica, è stata ideata nel 1981 da un ingegnere israeliano, Gavriel Iddan, il quale pensò di ideare un piccolo vettore in miniatura in grado di attraversare tutto l’apparato gastrointestinale, trasportato dai movimenti legati alla peristalsi con la possibilità di trasmettere in tempo reale le immagini del suo percorso. Nel 2001 la capsula endoscopica ha ricevuto l’approvazione della FDA (Food and Drug Administration) statunitense ed è stata approvata per uso clinico.

Il sistema è composto da tre principali componenti: la capsula deglutibile, il registratore e un apposito computer. La capsula monouso (costituta da un concentrato di tecnologia: una microcamera, quattro sorgenti luminose, due batterie, una radiotrasmittente ed un’antenna) ha forma e dimensione di una compressa di antibiotico (11×26 mm) e viene deglutita con un po’ di acqua (come una normale medicina).

Durante il suo passaggio attraverso l’apparato digerente acquisisce immagini (2 ogni secondo), simili a quelle ottenute dagli endoscopi, e le trasmette ad un registratore posto intorno alla vita del paziente. Terminato l’esame, le immagini accumulate nel registratore vengono trasferite su un apposito computer per la lettura.

La videocapsula è indicata in quei pazienti con sospetta o nota patologia dell’intestino tenue. Le indicazioni più frequenti sono:

  • sanguinamenti gastrointestinali, con o senza evidenza di perdite ematiche (melena, proctorragia) in cui la gastroscopia e colonscopia non siano state diagnostiche;
  • diagnosi e monitoraggio delle poliposi intestinali;
  • sospetta malattia di Crohn e suo follow up;
  • malattia celiaca refrattaria alla dieta senza glutine;
  • sindromi da malassorbimento;
  • sospetta malattia neoplastica del piccolo intestino.

Le controindicazioni sono tutte quelle condizioni in cui si reputa ci sia una maggiore probabilità di ritenzione della capsula: occlusione o pseudo-occlusione del tubo digerente; note stenosi del tratto gastro-intestinale; pregressa chirurgia addominale; gravidanza. Alcune patologie (patologia motoria; difficoltà alla deglutizione e diverticolo di Zenker) sono da considerare come controindicazioni relative in quanto la video capsula può essere trasportata con il gastroscopio oltre il tratto intestinale interessato.

Se il paziente è portatore di pace-maker, per il rischio di interferenze fra la videocapsula e dispositivo cardiaco, è consigliato il monitoraggio cardiaco in ambiente dedicato durante la procedura.

Lo studio dell’intestino tenue può essere effettuato con esami radiologici (Entero RMN, Entero TAC, ecografia delle anse) che consentono però lo studio della parete ma non della mucosa. Uno studio alternativo endoscopico può essere ottenuto con l’ Enteroscopia a doppio pallone (o con singolo pallone), ma si tratta di una procedura particolarmente invasiva, eseguita con apposito strumento e che necessita di sedazione.

Non vi è accordo unanime sulla preparazione all’esame con videocapsula. Usualmente vengono somministrati due litri di soluzione polietilenglicole, ma ogni centro può suggerire una diversa preparazione. Devono essere sospesi i farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico e quelli che contengono ferro a partire da almeno 5-7 giorni prima l’esame. I farmaci assolutamente necessari al paziente possono essere assunti 3 ore prima o 2 ore dopo l’ingestione della capsula. I farmaci sub-linguali possono essere assunti in qualunque momento.

Una volta ingerita la capsula il paziente può lasciare l’ambulatorio e tornare a casa o alla sua normale attività. L’unica avvertenza è quella di evitare l’esposizione a campi magnetici che potrebbero interferire con l funzionamento della capsula (ad esempio la risonanza magnetica, metal detector delle banche o dei grandi magazzini, ecc.). Già dopo 3 ore può anche riprendere a mangiare. Si consiglia al paziente di camminare per favorire il transito della capsula. Passate otto ore dall’ingestione della capsula, viene prelevato il supporto elettronico, su cui sono state registrate le immagini, che sarà poi letto tramite l’apposito software in grado di concentrare in soli 60 minuti le 8 ore di registrazione.

La capsula, invece, verrà espulsa senza disturbi per via naturale e non deve essere recuperata. Bisogna però visionare le feci dopo ogni evacuazione per verificarne l’espulsione che dovrà essere comunicata al Centro. Qualora la capsula non fosse stata espulsa entro 7 giorni è opportuno procedere a degli accertamenti (radiografia dell’addome).

Si parla di ritenzione della capsula, quando essa non sia espulsa nelle feci entro due settimane dalla ingestione. In realtà il tempo di espulsione della capsula è molto vario, da poche ore ad alcuni giorni e dipende in genere più dal tempo di transito nel colon, che da quello nel piccolo intestino. Condizioni come l’allettamento possono rallentare l’espulsione.

Il medico può decidere di somministrare procinetici prima della somministrazione della capsula in pazienti allettati, o in cui sospetti comunque un transito rallentato. La capsula non è tossica e sono documentati casi di pazienti in cui è rimasta diversi mesi nell’intestino senza alcun sintomo.

La vera complicanza si ha, quando la capsula impattando su una stenosi non permette il transito del contenuto intestinale, determinando quindi un quadro di occlusione intestinale, richiedendo un intervento chirurgico in urgenza. In alcune condizioni si può valutare il recupero della capsula mediante enteroscopia a doppio pallone.

Il blocco della capsula, in base ai dati della letteratura, si può verificare nell’1-2 % dei pazienti che si sottopongono alla procedura per sanguinamento gastrointestinale oscuro; nell’1-3 % in caso di sospetta malattia di Crohn e nel 5-10% nei pazienti con malattia di Crohn. Tale complicanza inoltre viene segnalata in pazienti con pregressi episodi occlusivi e subocclusivi o che fanno uso cronico di antiinfiammatori o che sono stati sottoposti ad pregressi interventi di chirurgia addominale. Il paziente deve, quindi, segnalare al Medico tali condizioni prima di sottoporsi alla procedura.

Una rara complicanza è l’aspirazione della capsula nelle vie respiratorie che può verificarsi nei pazienti con disturbi della deglutizione.

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