Colonscopia con video capsula

La Colonscopia con videocapsula è l’unica colonscopia per “bocca” e quindi molto attraente per i pazienti e negli ultimi anni la sua capacità diagnostica è nettamente migliorata rispetto al passato come appunto viene riportato in un recente lavoro  pubblicato su Gastroenterology da D.K. Rex e coll. In tale studio   884 pazienti asintomatici (e idonei allo screening del cancro colorettale)  sono stati sottoposti a colonscopia con videocapsula di seconda generazione (Pillcam Colon 2) e successivamente a colonscopia tradizionale di controllo (con operatore non a conoscenza del risultato della videocapsula). 

Il confronto è stato molto incoraggiante per la nuova videocapsula  con un’ottima capacità diagnostica per le lesioni tumorali   (sensibilità 100%) e per i polipi (adenomi) di 6 mm o più grandi  (sensibilità dell’88% e specificità dell’82%).

Nonostante, però, tali incoraggianti risultati di  buona capacità diagnostica dei tumori e dei polipi, tale lavoro ha messo in evidenza due criticità della colonscopia con videocapsula che ne limitano l’uso. Si tratta della non adeguata pulizia del colon e della velocità del transito intestinale.

Nella colonscopia con videocapsula la pulizia intestinale deve essere molto più accurata ed energica rispetto alla colonscopia tradizionale,
purtroppo in un certo numero di casi, non preliminarmente prevedibili, la persistenza di residui fecali rende del tutto inattendibile l’esame. 
Anche la velocità di transito intestinale ha la sua influenza in quanto per una adeguata esplorazione del colon il transito della videocapsula nel grosso intestino deve essere contenuto entro i 40 minuti: un transito più veloce non consente un’adeguata esplorazione del colon. Per tale due problematiche nel 9% dei pazienti dello studio di Rex l’indagine non è stata attendibile.

Per  il verificarsi di tali inconvenienti pertanto la Colonscopia con videocapsula  non può essere proposta come procedura per lo screening del cancro colo rettale.

A questi due fattori negativi, aggiungiamo noi, se ne devono considerare ancora altri 3.

– L’impossibilità di eseguire prelievi di mucosa per cui, in caso di riscontro di una patologia, il paziente dovrà essere rinviato ad una successiva colonscopia convenzionale. Quindi, un nuovo appuntamento e nuova preparazione intestinale.

Il rischio di ritenzione (blocco) della capsula che ne limita le indicazioni d’uso escludendo determinate categorie di pazienti (quali, ad esempio, i pazienti con restringimenti intestinali, malattie infiammatorie, ecc…).

– Il costo. La colonscopia con videocapsula nel nostro paese non è coperta dal SSN per cui il paziente dovrà affrontare una spesa non indifferente per un esame che può risultare inattendibile.

In definitiva, il nostro parere è che la Videocapsula non possa assolutamente sostituire la colonscopia convenzionale che rappresenta ad oggi il mezzo migliore per la diagnosi delle neoplasie benigne e maligne del colon, ma può essere considerata un’ indagine complementare solo in caso di colonscopia incompleta o in soggetti che non possono effettuare la colonscopia tradizionale o in pazienti con immagini dubbie alla colonscopia virtuale.

Bisogna comunque aggiungere che oggi la gastroenterologia si può avvantaggiare di una procedura del tutto rivoluzionaria, la Colonscopia Robotica Endotics. Tale indagine, diagnostica ed operativa, è del tutto indolore, priva di complicanze e viene eseguita con strumento monouso. Per approfondire sull’argomento si rinvia al nostro articolo di riferimento: La colonscopia robotica 2017

Bibliografia

– Accurancy of Capsule Colonoscopy in Detecting Colorectal Polyps in a Screening Population. Douglas K. Rex e coll., Gastroenterology 2015; 148:948-957

Felice Cosentino, Milano – cosent@tin.it

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