L’endoscopia indolore

Benessere dell’apparato digerente

L’ENDOSCOPIA INDOLORE

Nuove tecnologie vengono in aiuto per superare il trauma di un esame invasivo al tratto gastrointestinale

La gastroscopia e la colonscopia possono essere esami molto spiacevoli per il paziente, in grado di provocare stress, disagio, paura di sentire dolore e subire complicanze di vario genere. Sfatiamo e affrontiamo questi timori con il dottor Felice Cosentino, gastroenterologo e specialista in chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva, della Casa di Cura La Madonnina del Gruppo San Donato. «Il paziente ha timore in quanto si tratta di procedure invasive, con strumentazioni introdotte all’interno del corpo umano. Inoltre, anche il lavaggio del colon preliminare alla colonscopia per molte persone costituisce un vero problema psicologico, tanto che in molti spesso dichiarano: “la preparazione è più fastidiosa della colonscopia stessa”. Proprio per rendere questi esami meno traumatici possibili, negli anni si sono sviluppate delle procedure endoscopiche mininvasive, fra cui la gastroscopia transnasale, il colon wash e la colonscopia robotica», spiega il dottore. Rispetto alle tecniche tradizionali, infatti, queste procedure sono meglio tollerate dal paziente ed egualmente affidabili.

La gastroscopia

L’esofago-gastro-duodenoscopia, comunemente detta “gastroscopia”, è un esame diagnostico e/o terapeutico che permette di visionare dall’interno esofago, stomaco e duodeno. Viene effettuata in caso di disturbi del tratto digestivo superiore: bruciore persistente all’esofago, bocca dello stomaco e/o stomaco, dolore dietro lo sterno ecc.

La tecnica tradizionale

La procedura tradizionale prevede che al paziente, disteso su di un fianco e generalmente sedato per via endovenosa (sedazione cosciente o profonda), venga introdotto dalla bocca un endoscopio che viene fatto scorrere fino al duodeno, con la possibilità di prelevare anche campioni bioptici. Dopo la procedura, il soggetto viene accompagnato in un’area di controllo, dove si riprende dalla sedazione e attende l’elaborazione del referto. Tale prestazione, spiega il dottor Cosentino, è ben tollerata, ma farmaci sedativi somministrati per via endovenosa possono provocare stordimento nella persona, che nelle 24 ore successive all’esame non può guidare o svolgere attività impegnative. Se, poi, per specifiche controindicazioni, non è possibile ricorrere alla sedazione, lo stimolo del vomito durante l’introduzione dell’endoscopio e la procedura, in aggiunta all’agitazione del paziente possono risultare estremamente fastidiosi e rendere l’esame difficoltoso (per il medico e il soggetto che vi si sottopone), quindi poco attendibile.

La gastroscopia transnasale

La tecnica transnasale utilizza un endo- scopio del diametro di circa la metà rispetto al tradizionale (5/5.9 mm contro 9 mm) che viene introdotto non dalla bocca, ma dal naso, da cui viene spinto fino al duodeno. Questa procedura non necessita di sedazione venosa e viene generalmente praticata soltanto con l’applicazione di un anestetico locale (spray) sulle cavità nasali. Il paziente è in grado di respirare normalmente e di parlare con il medico, in posizione distesa o, nel caso abbia difficoltà a distendersi, anche seduto.

Tecnica transnasale

La tecnica transnasale, chiarisce il dottor Cosentino, non passando per la bocca evita l’urto del vomito. Inoltre, offre le stesse capacità diagnostiche della tradizionale, se non superiori: è, infatti, in grado di effettuare prelievi bioptici e di esplorare in modo ottimale, oltre all’esofago, stomaco e duodeno, anche cavità nasali, palato molle, epiglottide, seni piriformi e corde vocali, dove è possibile riscontrare segni indiretti di reflusso gastroesofageo o altre patologie. La procedura dura pochi minuti e non comporta rischi. Dopo l’esame si può andar via subito, si può mangiare o bere, guidare l’auto ed è, quindi, consentita la ripresa del lavoro pressoché immediata (ideale per i liberi professionisti).

La colonscopia

La colonscopia consiste nell’esplorazione dell’interno del colon (l’ultimo tratto dell’intestino che termina con ano e retto, ndr) e, qualora necessario, del tratto distale dell’ileo (piccolo intestino, ndr). L’esame è utile per definire le cause di patologie a carico di colon, sigma e retto ed è consigliato in presenza di dolori addominali, stitichezza, diarrea che tendono a non risolversi; nel dubbio di una malattia infiammatoria oppure nel sospetto di polipi o di patologia tumorale.

La colonscopia tradizionale

Il colonscopio tradizionale è un tubo flessibile del diametro di circa 13 millimetri che, fatto passare attraverso l’ano, viene spinto nel colon lievemente gonfiato con anidride carbonica. Durante l’esame, il medico può trattare lesioni sanguinanti, effettuare prelievi bioptici e dei veri e propri interventi chirurgici come la polipectomia, ovverosia l’asportazione di polipi (rilievi benigni e asintomatici della mucosa intestinale che, tuttavia, costituiscono i principali precursori del tumore al colon, soprattutto nella fascia di età 50-70 anni. Procedendo a rimuoverli si elimina il fattore di rischio, ndr). La colonscopia tradizionale viene di solito eseguita in sedazione (cosciente o profonda) e per questo motivo chi vi si sottopone deve essere accompagnato e astenersi dalla guida nelle ore successive all’esame. Il paziente, soprattutto se per qualche problematica gli è controindicata la sedazione o non vuole effettuarla per motivi personali, può trovare questa pratica dolorosa. Anche i pazienti che eseguono la procedura in sedazione cosciente non sempre riescono a ben tollerare i farmaci, per cui l’esame può risultare egualmente doloroso. Oltretutto, la parte peggiore della procedura per molti è rappresentata dall’assunzione, in fase di preparazione all’esame, di un preparato liquido (2-4 litri) funzionale a pulire l’intestino.

La colonscopia robotica

La colonscopia robotica, che in Italia la Casa di Cura La Madonnina è uno dei pochi centri specializzati a effettuare, ricorre a una tecnologia di ultima generazione. Il colonscopio impiegato in questa procedura, infatti, è un cilindro in silicone, flessibile, monouso e del diametro di 17 millimetri, che viene collegato a una base meccanica e controllato dal medico tramite joystick, con la possibilità di effettuare anche piccoli interventi come la polipectomia di polipi di 10-20 mm. Introdotto nel corpo del paziente, lo strumento avanza dopo essersi agganciato delicatamente alla mucosa intestinale tramite una delicata suzione, senza alcuna spinta dall’esterno. Come un bruco elettronico, si allunga e poi si accorcia, provocando nel paziente soltanto un minimo disagio legato all’insufflazione dell’aria. Non sono necessarie sedazioni ma, nel caso in cui fosse richiesto, si possono somministrare farmaci antispastici e blandi sedativi. «Con questa procedura il paziente non prova dolore. La strumentazione è monouso, cosa che riduce ulteriormente il rischio di infezioni incrociate e, trattandosi di un sistema a trazione e non a spinta, l’eventualità di perforazione viene esclusa. Nel remoto caso di rottura, lo strumento, può ad ogni modo essere sfilato senza alcun problema L’affidabilità diagnostica, infine, è la stessa della metodica tradizionale con la possibilità di effettuare biopsie e piccole polipectomie. Per operazioni chirurgiche più importanti come, ad esempio, la rimozione di polipi di dimensioni considerevoli, la tecnica tradizionale resta il gold standard (ovvero la prima scelta terapeutica, ndr) ma, qualora necessario, la procedura utilizzata alla Madonnina può essere immediatamente convertita in questa», spiega il dottor Cosentino. La colonscopia robotica Endotics, aggiunge il dottor Cosentino, viene scelta da chi non vuole assolutamente avere fastidi (peraltro poco frequenti) della colonscopia tradizionale o da chi non vuole essere sedato. Di necessità, invece, viene richiesta per pazienti che, per le proprie condizioni di salute, non possono essere sedati o anche in caso di insuccesso della colonscopia tradizionale a causa di un colon particolarmente lungo (dolicocolon, ndr).

Colonscopio Endotics

 

Preparazione alla colonscopia

Prima di effettuare una colonscopia, affinché l’endoscopio sia in grado di valutare chiaramente l’interno dell’intestino, è necessario che questo sia completamente vuoto e pulito.

La pulizia tradizionale dell’intestino

La procedura tradizionale prevede l’impiego, alcune ore prima dell’esame diagnostico, di preparati liquidi (2-4 litri) di varia natura e composizione, finalizzati alla pulizia intestinale, che possono risultare piuttosto sgradevoli o di difficile ingestione. In effetti, molti pazienti sostengono che la preparazione intestinale può risultare più fastidiosa della colonscopia stessa (ovviamente eseguita in sedazione).

Colon wash

Il colon wash (procedura introdotta nella pratica clinica dal dottor Cosentino nel 2010) è una metodica indolore, che ha lo scopo di “lavare” l’intestino in modo ottimale per la successiva colonscopia e va a sostituire il classico “beverone”. Al paziente, disteso su un fianco, viene inserita una cannula fornita di un tubo che introduce acqua depurata a 36-7 gradi centigradi a pressione calibrata e un tubo che asporta il materiale fecale e l’acqua utilizzata. L’operatore esegue più irrigazioni intestinali successive e nel contempo pratica un delicato massaggio addominale per favorire la frammentazione dei materiali fecali. Una volta che l’intestino è ben pulito si può procede immediatamente a effettuare la colonscopia. La procedura, che generalmente ha la durata di 45 minuti, non presenta controindicazioni, se non quelle della colonscopia, per cui: se è indicata la colonscopia, allora si può anche eseguire il lavaggio con il colon wash. Questo tipo di pulizia dell’intestino non provoca fastidi, se non quelli di un clistere più profondo, e spesso lascia un senso di benessere anche perché è accompagnato da un rilassante massaggio addominale. La preparazione alla procedura prevede (come per la colonscopia tradizionale) una dieta priva di scorie alimentari (per esempio fibre di verdura, legumi e semi, ndr) e un (eventuale) blando lassativo per ammorbidire le feci. Non ci sono complicanze. Alla Casa di Cura La Madonnina di Milano, che dal 2000 fa parte al Gruppo San Donato, è possibile effettuare in una singola seduta gastroscopia transnasale, colon wash e colonscopia robotica senza alcuna sedazione, in quanto procedure ben tollerabili e senza rischi.

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